Perché parlare di natura
Ogni giorno in televisione si parla dell’emergenza clima: catastrofi ambientali, cambiamenti climatici, carenza di acqua, surriscaldamento globale, ecc …
Con le manifestazioni di Greta Thunberg e degli altri ragazzi del movimento #fridaysforfuture le tematiche ambientali sono entrate in qualche modo nella maggior parte delle famiglie.
“E’ tutto inutile intanto…” è la sensazione che pervade la maggior parte delle persone, che ci fa sentire come piccole formichine in un mondo gigantesco, pensiamo di subire inermi le conseguenze delle decisioni (o delle mancate decisioni) che i grandi della Terra prendono per noi: azioni politiche, scelte economiche, investimenti, inquinamento, ecc…
Invece ciascuna nostra azione quotidiana incide sulla natura in quanto ogni attività in qualche modo produce dei rifiuti: quando mangiamo, ci laviamo, giochiamo, viaggiamo…
Tutto quello che la natura produce invece viene trasformato e reinserito nel suo normale ciclo naturale: la natura non produce rifiuti; al contrario, l’uomo da sempre produce rifiuti perché utilizza le risorse dell’ambiente a suo consumo. L’uomo lascia la sua “impronta ecologica”, ovvero le sue azioni agiscono una pressione, un impatto sull’ecosistema, ogni attività crea una reazione positiva o negativa: la sopravvivenza del pianeta, e la nostra, dipendono da quanto è profonda l’impronta che lasciamo.
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo
Per costruire un mondo nuovo dobbiamo tutti mettere un mattoncino per volta.
La prima cosa da fare è cambiare il nostro punto di vista: non siamo i padroni del mondo ma uno dei tanti esseri viventi di questo pianeta e, come tutti gli altri, dobbiamo imparare a rispettare il naturale equilibrio dettato dalla natura. L’uomo deve diventare il custode del pianeta, delle bellezze, delle sue risorse e delle forme di vita che in essa vi abitano.
Questo cambio di prospettiva si basa sull’idea che ogni essere è legato all’altro da relazioni intrinseche e, proprio all’interno di questa fitta trama di relazioni, esiste un diritto uguale per tutti di vivere e realizzare i propri fini.
Dobbiamo cambiare il nostro passo ed alleggerire la nostra impronta ecologica: ogni piccola azione è importante.
Non si è mai troppo piccoli per fare la differenza e non si è mai troppo grandi per imparare quelle buone abitudini che possono salvare il pianeta.
Dobbiamo iniziare ora a cambiare le nostre abitudini, senza lasciarci sopraffare dalla pigrizia; come diceva una ragazzina con le treccine “non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta” (cit. Greta Thunberg).
Cosa possiamo fare con i nostri piccoli
Perché è importante insegnare ai nostri figli l’amore per la natura ed i gesti quotidiani che fanno bene al nostro pianeta? Come farlo?
Ci può venire in aiuto l’ecopedagogia, un modello pedagogico che privilegia un metodo di apprendimento basato sul contatto diretto con la natura e su una riflessione critica rispetto ai temi ambientali; un modo di accompagnare, crescere e educare partendo dalla consapevolezza di essere parti dell’ecosistema.
Questo tipo di pedagogia, delineata per la prima volta dal pedagogista Paulo Freire, non descrive solo un’educazione esperienziale fatta di attività all’aperto e contatto con la natura, ma include un atteggiamento critico e di ricerca di strumenti pratici per cambiare le sorti del mondo.
In questo progetto educativo l’obiettivo è insegnare alla nuove generazioni ad affrontare i problemi del reale e della quotidianità con l’azione, la creatività e il dialogo per andare verso una crescita sostenibile, fondata sul rispetto per la natura, i diritti umani universali, la giustizia economica e una cultura della pace. Riavvicinarsi alla propria casa, la Terra, ritrovando un rapporto armonico e naturale con essa.
L’educazione del bambino si deve compiere “dentro” la natura, nell’esperienza del contatto fisico con essa che, di fatto, diventa lo scenario d’elezione di un percorso didattico basato, in via prioritaria, sull’esperienza.
Ma nel quotidiano, come possiamo educare al rispetto dell’ambiente?
L’esempio è il più grande strumento educativo che gli adulti hanno: solo se saremo in grado di fare noi stessi direttamente quello che predichiamo, i bambini impareranno davvero.
I piccoli sono lo specchio di quello che facciamo, ci osservano (molto attentamente, più di quanto possiamo immaginare) e ci imitano.
Inoltre, essendo il pensiero infantile abitudinario, concreto ed esperienziale, è compito degli adulti costruire le scelte adeguate. Mostrare ai bambini comportamenti eco-compatibili, consente loro di acquisire abitudini corrette che difficilmente abbandoneranno con la crescita.
L’insegnamento dei piccoli grandi gesti in difesa dell’ambiente e l’amore per il nostro pianeta deve avvenire in allegria e naturalezza, condividendo momenti piacevoli con i genitori, e non diventare uno dei tanti “doveri” insegnati dagli adulti. Trasformiamo i nostri bambini in piccoli grandi super eco-eroi che difendono l’ambiente!
E’ difficile per i bambini capire che le risorse del nostro pianeta non sono infinite (è difficile per i grandi): mostriamo loro come possiamo usarle con parsimonia.
“Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme, con la mediazione del mondo.”
Paulo Freire